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A proposito di copyright: il caso del festival della Bellezza

Il termine “copyright” comprende quell’insieme di diritti e facoltà che appartengono all’autore di un’opera dell’ingegno e che gli consentono di rivendicarne la paternità e di utilizzare economicamente la creazione attraverso la sua riproduzione, distribuzione e diffusione.

Il “copyright” è un istituto giuridico posto a tutela di chi crea un’opera dell’ingegno di carattere creativo appartenente alla letteratura, alla musica, alla scienza, alle arti figurative, all’architettura, al teatro ed alla cinematografia qualunque ne sia il modo o la forma di espressione.

Nel nostro ordinamento giuridico il termine “copyright” comprende l’insieme delle prerogative appartenenti all’autore che mirano a tutelare:

•   il diritto di rivendicare la paternità dell’opera (c.d.  diritto morale);

•   il diritto di utilizzazione economica dell’opera (c.d. diritti patrimoniali) attraverso la  pubblicazione, l’utilizzo, la riproduzione, la distribuzione e la diffusione della creazione;

Il “copyright” regola anche i diritti spettanti a soggetti diversi dall’autore dell’opera (c.d. diritti connessi), quali ad esempio: il produttore di fonogrammi, il produttore di opere cinematografiche o audiovisive, le emittenti radiofoniche e televisive, gli artisti, gli interpreti e gli esecutori.

Il caso di Verona

Usare immagini senza chiedere il permesso all’artista (donna) e organizzare ben 22 incontri e dibattiti con soltanto una donna come ospite. Da qualche ora, l’organizzazione del Festival della bellezza di Verona (iniziato venerdì 28 agosto e in programma fino a venerdì 19), è sotto accusa per due motivi.

Il primo sarebbe una “disgustosa e flagrante violazione del copyright“, stando a quanto denunciato sui social network da Maggie Taylor, artista americana che lavora per lo più realizzando immagini digitali. Una di queste, ‘Girl with a bee dress’ è stata utilizzata dal Festival della bellezza come immagine del manifesto per presentare l’edizione 2020 ma, stando a quanto scrive su Facebook la Taylor, nessuno le avrebbe chiesto il permesso per farlo.